Al G20 di Rio de Janeiro, è emersa con forza una realtà cruciale: "I problemi del Sud del mondo sono anche i problemi del Nord, e viceversa". Durante il vertice, il presidente del Consiglio italiano ha sottolineato l’urgenza di combattere la fame nel mondo, una battaglia che accomuna nazioni e popoli in un contesto globale sempre più interconnesso.
Le crisi globali, come la guerra tra Russia e Ucraina, hanno amplificato le difficoltà delle nazioni più vulnerabili. Il grano, trasformato in "strumento di guerra", ha aggravato il fenomeno della fame, colpendo milioni di persone già in difficoltà. Come evidenziato da Papa Francesco, è necessario un cambio di paradigma, con una ridistribuzione delle risorse attualmente destinate alle spese militari verso interventi che affrontino fame e povertà.
Il governo brasiliano ha proposto un'Alleanza contro la fame, la povertà e la disuguaglianza, mirando a rafforzare l'accesso alle risorse alimentari nelle aree più vulnerabili del mondo. Si è discusso anche di come migliorare la produzione agricola e aumentare la resilienza dei sistemi alimentari, con particolare attenzione ai Paesi africani e quelli più colpiti dalla povertà.
Ma come si traduce tutto questo in azioni concrete?
L’urgenza del G20 di coniugare la sostenibilità con la lotta alle disuguaglianze si riflette nei progetti di Interlife ETS.
Il contributo concreto di Interlife
Interlife ETS opera da anni offrendo soluzioni sostenibili e innovative per combattere la fame e promuovere lo sviluppo economico e sociale. Le nostre azioni si basano su progetti misurabili e replicabili, capaci di generare impatto reale nei contesti più fragili.
Risultati chiave raggiunti da Interlife:
Produzione alimentare: In Africa e in India, i programmi di supporto agricolo e pastorale hanno aumentato la produzione locale, migliorando la sicurezza alimentare per migliaia di persone.
Sostenibilità ambientale: I progetti di Interlife includono la gestione responsabile delle risorse naturali e rappresentano un modello di sviluppo integrato.
Autosufficienza economica: Il modello Toolkit Interlife ha consentito a comunità svantaggiate di avviare microimprese e imprese, garantendo reddito stabile e opportunità di crescita.
Con il nostro Toolkit Interlife promuoviamo uno sviluppo reale e duraturo. Questo modello non si limita a offrire aiuto, ma fornisce strumenti per creare attività generatrici di reddito, sostenendo le comunità più vulnerabili nel loro percorso verso l’autonomia economica.
Il Toolkit Interlife fornisce formazione, attrezzature, competenze e risorse per avviare attività generatrici di reddito, creando le condizioni per un’autosufficienza economica e sociale. Questo approccio permette alle comunità di affrontare problemi come la fame, la disoccupazione e la mancanza di opportunità direttamente nei territori di origine, senza dipendere dagli aiuti esterni. È un modello che promuove l’emancipazione e la crescita, creando opportunità che permettono alle persone di restare nel proprio Paese invece di dover intraprendere viaggi pericolosi verso l’ignoto.
Numeri e risultati tangibili
I risultati del Toolkit sono concreti e certificati dal Report di Impatto 2024, curato dalla Fondazione Etisos e presentato ufficialmente alla Camera dei Deputati ad aprile 2024, poi in Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera a luglio 2024.
Secondo il report:
In Africa, oltre 20.000 persone hanno beneficiato di più di 4.000 Toolkit attivi.
In India, il progetto ha raggiunto più di 16.000 persone, con 500 Toolkit implementati.
Questi numeri riflettono l’efficacia di un modello che sta davvero cambiando le vite delle persone, con risultati misurabili come:
+108% aumento del reddito familiare annuo.
+84% dei beneficiari ora consuma tre pasti giornalieri, da un solo pasto al giorno.
+78% delle famiglie ha scelto di investire nell’istruzione dei figli.
Oltre 3.000 bambini supportati con programmi dedicati all’infanzia.
Grazie ai suoi risultati concreti, il modello di sviluppo di Interlife si conferma strumento efficace per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030. Il Rapporto d'Impatto sottolinea infatti come il modello Interlife sia compatibile con il 90% degli Obiettivi, dimostrando il suo potenziale nel contribuire a un futuro più sostenibile e inclusivo per tutti.
Il Toolkit Interlife come alternativa alla migrazione irregolare
Il problema della migrazione irregolare è una delle sfide più urgenti del nostro tempo. Ogni anno, migliaia di persone, principalmente da Africa e Medio Oriente, si imbarcano in viaggi pericolosi attraverso il Mediterraneo e altre rotte, sperando di trovare una vita migliore in Europa. Tuttavia, la realtà è tragica: dal 2014, oltre 26.000 persone sono morte o risultano disperse attraversando il Mediterraneo, che continua a essere la rotta migratoria più mortale al mondo.
La migrazione irregolare è il risultato di una povertà estrema, della mancanza di lavoro e della fame, i cosiddetti push factors che spingono le persone a cercare fortuna lontano da casa, spesso affrontando pericoli mortali.
In risposta a queste realtà, Interlife ha messo in campo il modello Toolkit Interlife come soluzione concreta e sostenibile.
L’approccio di Interlife non si limita a inviare aiuti, ma crea opportunità economiche locali, dando alle persone gli strumenti necessari per restare nel proprio Paese e avviare attività generatrici di reddito. Grazie al Toolkit Interlife, migliaia di persone in Africa hanno scelto di non intraprendere il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo, ma di investire nel proprio futuro restando nelle loro comunità.
L’obiettivo non è solo alleviare la povertà, ma agire sulle cause profonde della migrazione, creando condizioni di vita migliori, rafforzando le economie locali e dando speranza a chi, senza opportunità, si sentirebbe costretto a cercare una vita altrove.
Interdipendenza: problemi condivisi, soluzioni globali
La fame, la povertà e le migrazioni non sono più questioni che riguardano solo il Sud del mondo. La crisi alimentare e i flussi migratori hanno un impatto diretto anche sui Paesi del Nord, minacciando l'equilibrio globale, destabilizzando economie e creando tensioni politiche. Interlife lavora sulla consapevolezza che tutti siamo interconnessi e che le soluzioni devono essere globali, cooperative e sostenibili.
Il modello di sviluppo di Interlife, che parte da una co-progettazione con le comunità locali, dimostra che ogni intervento può essere efficace solo se integrato con le risorse, le competenze e le necessità delle persone.
Sostenibilità al cuore dell’azione di Interlife
In un mondo che sta affrontando sfide ambientali sempre più gravi, Interlife ha fatto della sostenibilità il cuore della sua azione. Dalle tecniche agricole ecocompatibili alla promozione di energie rinnovabili, ogni progetto è pensato per avere un impatto positivo e duraturo, garantendo che le generazioni future possano continuare a beneficiare dei frutti di questo impegno. Un approccio che coniuga la tutela dell’ambiente con l’autosufficienza economica e il miglioramento della qualità della vita.
Strategia e prospettive
Interlife è consapevole che la cooperazione internazionale e la responsabilità condivisa siano fondamentali per affrontare sfide globali come la fame.
La nostra organizzazione si impegna non solo a fornire aiuti, ma a creare le condizioni affinché le comunità diventino protagoniste del proprio sviluppo.
La fame non è solo un problema locale: è una questione globale che richiede risposte serie, coordinate e orientate a risultati concreti. Interlife continuerà a perseguire il suo impegno con determinazione, contribuendo al miglioramento delle condizioni di vita nei contesti più vulnerabili.
Unisciti al cambiamento
Le azioni di Interlife mostrano che, attraverso un impegno concreto e sostenibile, possiamo affrontare le sfide globali, come la fame e la migrazione irregolare, creando un mondo migliore per tutti.
L’impegno di ognuno di noi è essenziale per costruire un futuro più giusto e equo.
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