Caro Assad,
Sei arrivato in Italia oggi, 25 Aprile, hai affrontato un lungo e pericoloso viaggio per arrivare fin qui e lo hai fatto in un giorno che per noi italiani è davvero molto speciale.
Qui oggi infatti è festa nazionale.
Voglio raccontarti la storia di questo giorno, una storia molto dolorosa e travagliata, ma che si conclude con un lieto fine.
Ti sembrerà strano ma, dal 1922 al 1943, l’Italia non era un Paese libero: era una dittatura.
In quegli anni, una sola persona e pochi altri, decidevano cosa fosse giusto e cosa no, cosa si potesse fare e cosa invece era vietato; chiunque non fosse d’accordo con quanto deciso veniva torturato, perseguitato, ucciso e addirittura costretto all’esilio, la libertà di stampa era limitata così come quella di opinione e il diritto di voto calpestato.
Sono cose che conosci sulla tua pelle vero? Le stesse che ti hanno costretto a lasciare la terra in cui sei nato e ad approdare oggi qui, tra questa gente che non conosci e che speri ti accoglierà come un fratello.
Ma torniamo all'Italia di quegli anni; alcune persone, molto ardite e guidate da alti ideali, decisero di lottare contro questo stato di cose e in tanti hanno pagato con la vita le loro azioni o sono stati fatti prigionieri e torturati.
A loro era chiaro che si dovessero combattere i nazisti e i fascisti non solo per liberare l’Italia, ma per riaffermare valori come la giustizia sociale, la democrazia e la libertà.
Così inizia la Resistenza, caro Assad, dal desiderio di libertà, non solo individuale ma collettiva; una vera e propria lotta di Liberazione.
Il periodo fu lungo e duro, e ha visto combattere ragazzi giovanissimi, proprio come te, con coraggio e determinazione, fianco a fianco. Molti di loro persero la vita a causa della brutale violenza messa in atto dall’esercito nazista.
Ti ho parlato di un lieto fine, e infatti il 25 Aprile del 1945 l’Italia tornó ad essere un Paese libero.
Sono trascorsi tanti anni da quel giorno. Tanto tempo dal giorno in cui l'Italia è rinata Repubblica Democratica, con una Costituzione moderna e figlia proprio della lotta dei partigiani, che afferma ogni principio di libertà e di eguaglianza dei diritti fra tutti i cittadini.
E oggi tu sei qui e io mi trovo a raccontare questa storia di coraggio a te, caro Assad, che di coraggio ne hai già dimostrato tanto.
Il tuo nome significa "forte come un leone" e ti dico che dovrai esserlo ancora e ancora, forte come un leone, perché non tutti ti accoglieranno, tanti ti scacceranno o avranno paura di te, molti non ti riconosceranno come un "loro fratello" poiché in troppi hanno dimenticato quei valori per i quali giovani, donne e uomini, allora, si sono sacrificati.
Ti guardo negli occhi, Assad, e guardo i tuoi compagni.
E per una volta voglio avere anch'io quella speranza, che a liberarci dai nostri luoghi comuni, dalle nostre paure, oggi 25 Aprile 2023, possiate essere voi, con il vostro coraggio da leoni.
Perché so che non può esistere un Paese realmente libero che calpesti la libertà degli altri.
Comments